Perché un centro culturale fa pensare al futuro?

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La cultura mi cura e mi rimette al mondo, ma in quale mondo?

Qual è l’apporto al dibattito e l’impatto positivo che può produrre un’istituzione, un centro, uno spazio, un fatto, un evento, un luogo culturale? Allarghiamo lo sguardo sulla relazione tra centri e fatti culturali (istituzioni culturali, eventi culturali, luoghi culturali ibridi) e i temi politici della progettazione legati alle comunità, alle diversità, al cambiamento, al climate change. Immaginiamo il futuro analizzando la relazione tra progettazione culturale, spazi ibridi comunitari e il “more than human”.

Ne parliamo con:

Noemi Satta, Innovazione culturale e strategica, policy pubbliche, curatrice di La cultura cura. Progettare nuovi centri culturali in tempi incerti, Vita e Pensiero
Emanuel Ingrao, Co-founder di Milano Painting Academy, Founder e CEO di Shifton, studio di design per l’innovazione sociale
Oliviero Ponte di Pino, curatore, docente Brera, ateatro.it, conduttore Radio3, autore di Cultura. Un patrimonio per la democrazia (Vita e Pensiero)
Giulia Alonzo, Assegnista di ricerca, Trova Festival, Bolzano29, coautrice In giro per festival (Altreconomia)

Linda di Pietro, Direttrice artistica, BASE Milano

Modera: Sara Zambotti, conduttrice Caterpillar Radio2, Antropologa della comunicazione Università Bicocca/ Università Statale

Spunti per il dibattito:

Satta. Na cura di, La cultura cura. Progettare nuovi centri culturali in tempi incerti, Vita e Pensiero

Ponte di Pino O., La cultura. Patrimonio per la democrazia, Vita e Pensiero
Manifesto per un’Istituzione Culturale Plurale, BASE Milano

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